“E’ stato affermato – motivano i giudici della sentenza – che va disapplicata la normativa di cui al D. L. 24 giugno 2016, n. 113, art. 24, comma 3-septies, conv. In L.7 agosto 2016, n. 106, laddove la stessa, stabilizzando gli effetti della proroga automatica delle concessioni demaniali marittime prevista dal D. L. 30 dicembre 2009, n. 194, art. 1, comma 18, conv. In L. 26 febbraio 2010, n. 25, contrasta con l’art. 1, par. i e 2, della direttiva 2006/123/CE del 12 dicembre 2006 e comunque, con l’art. 49 TFUE.”- sent. N. 25993 12.06.2019.
La pronuncia della Corte di Cassazione rappresenta l’ennesimo intervento della Consulta in assenza di una riforma di legge che vada a disciplinare in modo univoco il demanio marittimo e il tema delle relative concessioni.
Con tale sentenza si è confermata l’inapplicabilità delle proroghe automatiche sulle concessioni demaniali marittime; in particolare si è stabilito che, ogni privato – che voglia sfruttare una spiaggia economicamente – deve, necessariamente, partecipare ad una gara pubblica così come stabilito dalla direttiva “Bolkestein” del 2006 e dalla sentenza “Promoimpresa” del 14 luglio 2016 emessa dalla Corte di Giustizia Europea.
Questa vicenda ha tratto origine da una pronuncia del Tribunale di Genova che non aveva disposto il sequestro preventivo – richiesto dalla procura – di un’area demaniale occupata abusivamente ai sensi dell’art. 1161 cod. nav. Il tribunale non aveva accolto la richiesta ritendendo opportuno dover applicare la legge sulle proroghe automatiche, al contrario di quanto sostenuto dalla procura, che riteneva illegittima la proroga automatica delle concessioni.
Da qui il ricorso in Cassazione presentato dalla procura conclusosi, come noto, con un accoglimento.
Nell’ambito della disciplina del demanio marittimo si tratta dell’ennesimo intervento della giurisprudenza chiamata a sanare le lacune della legislazione e dell’assenza di una tanto attesa riforma del demanio che possa garantire un’applicazione uniforme della legge su tutto il territorio nazionale, così mettendo a serio rischio anche la recente proroga varata dal Governo con la finanziaria 2019.
Dott.ssa Erika Pia Martino